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PMI SMART KIT

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Il futuro della sostenibilità aziendale

Hai già sentito
parlare di
rating ESG?

Banche, clienti, fornitori hanno adottato la prassi di inviare questionari ESG alle imprese con cui interagiscono per saggiarne il livello di sostenibilità: non possono farne a meno, vi sono normative che li obbligano a erogare credito o lavorare solo con aziende che stanno adottando strategie ESG, cioè Ambientali, Sociali e di Governance.

Questo modo di operare sarà sempre più diffuso e tenderà a emarginare le aziende che non stanno al passo.

Perché?

Alcuni ambiti di cui tener conto:

Rating ESG

Da alcuni anni i criteri ESG (ambiente, sociale e governance) sono diventati importanti quanto quelli finanziari per valutare le performance delle società di ogni grandezza.
Questo è dovuto alla necessità di accelerare la transizione verso un nuovo modello sostenibile di imprese e società, più adatto ad affrontare grandi rischi globali.

I criteri ESG muovono la finanza: sono ritenuti gli investimenti più remunerativi rispetto ad azioni e obbligazioni emesse da società non verdi e non etiche, perché hanno un profilo di rischio più basso.Questo articolo menziona i tuoi hats preferiti a prezzi super bassi. Scegli tra consegna in giornata, consegna drive-up o ritiro dell'ordine.

CSRD

Dal 5 gennaio 2023 è entrata in vigore la nuova Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), che estende in modo significativo il numero di imprese obbligate a comunicare informazioni sulla sostenibilità, che hanno ripercussioni su tutte le filiere.

Saranno soggette all'obbligo di reporting circa 50mila aziende: di fatto, anche quelle non obbligate dalla normativa, lo saranno da esigenze di competitività e di business.

Quali imprese sono coinvolte?

Aziende interessate
dalla CSRD

Reporting obbligatorio:

Reporting volontario:

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile

La guida di riferimento per lo sviluppo sostenibile

Gli SDGs, o obiettivi di sviluppo sostenibile, chiamati anche Agenda 2030, ci toccano da vicino e sono di tutti.

Sono stati pensati per indirizzare le azioni concrete di società civile, governi, imprese e possono quindi ispirare i progetti che un’azienda intraprende per diventare più responsabile e allineata con i cambiamenti in atto.

Come prepararsi?

é arrivato il PMI Smart Kit

L’obiettivo

Aiutare micro e piccole imprese ad affrontare le richieste di sostenibilità da parte di banche, clienti, fornitori e a restare al passo
con le richieste di mercato e filiere.

I servizi

  • Sustainability Manager
  • ESG Smart Assessment
  • Smart Assessment green e social washing
  • Formazione ESG
  • Accompagnamento ai questionari ESG
  • Roadmap sostenibilità con  identificazione elementi rilevanti per il reporting di sostenibilità

Il costo

Accessibile e predefinito per la consulenza qualificata di un sustainability manager e di un team interdisciplinare.

Come funziona?

La nostra
metodologia Lab

Primo check-up dell'azienda

Realizziamo un primo check-up dell'azienda finalizzato a muovere i primi passi per integrare i principi della sostenibilità e acquisire know-how sufficiente per valutare i passi successivi.

Un team interdisciplinare

Lavoriamo con un team interdisciplinare che individua e valorizza gli aspetti di sostenibilità che già sono presenti nell’ azienda in modo destrutturato.

Sostenibilità aziendale

Abbiamo competenze in sostenibilità, business, innovazione, comunicazione che ci permettono di avere un approccio olistico e creativo alla sostenibilità aziendale.

La soluzione con il tuo passo

TIMELINE
di tre mesi

Dal piano all’azione, un viaggio di evoluzione costante

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    Dietro ogni impresa di successo c'è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa.

    FAQ

    Le nostre risposte alle domande più frequenti sull'ESG!

    L’acronimo ESG (Environmental, Social and Governance) è utilizzato per indicare le tre aree di impegno in cui si esprime e si misura la sostenibilità aziendale: l’ambiente, che comporta azioni per il miglioramento dell’impronta ecologica e il contributo al contrasto del cambiamento climatico; la sfera sociale, che riguarda come l’azienda si relaziona con i dipendenti, le politiche di inclusione e il suo ruolo nel territorio in cui opera, i clienti; il governo della società, quindi tutto ciò che riguarda i principi, l’etica, la trasparenza, la correttezza e business model adottati nella gestione dei propri affari.

    L’attenzione verso i criteri ESG è cresciuta negli ultimi anni, poiché sempre più aziende riconoscono l’importanza di considerare non solo gli aspetti finanziari, ma anche quelli sociali e ambientali nella gestione aziendale.

    Per transizione ESG si intende l’evoluzione delle imprese verso un modello aziendale che si ispira allo sviluppo sostenibile e persegue nelle proprie strategie anche obiettivi di tipo ambientale, sociale e di governance atti a garantire la sostenibilità dell’impresa in tutte le sue forme. Possiamo considerarlo un processo di cambiamento a livello globale, particolarmente sentito a livello europeo, che ispira le politiche comunitarie e governative.

    Sulla base di indicatori ESG le aziende vengono oggi valutate anche da investitori e banche, così come da clienti e fornitori. Molte aziende già sensibili da tempo sotto questi aspetti monitorano le proprie performance presentando periodicamente dei bilanci di sostenibilità, in cui danno conto pubblicamente dei propri obiettivi, dei propri sforzi e dei risultati raggiunti. Ora, con la transizione ESG diventata così importante, sempre più aziende saranno obbligate a dimostrare la propria sostenibilità attraverso un reporting non finanziario. Intere filiere dovranno adattarsi a farlo, è il momento migliore per cominciare e portarsi avanti.

    Gli indicatori ESG sono una serie di criteri, di parametri, destinati a fornire dati specifici che permettono di misurare le prestazioni dell’azienda nelle dimensioni ambientale, sociale e di governance. In particolare:

    1. Ambientale (Environmental): gli indicatori ambientali possono includere le emissioni di gas serra, l’uso sostenibile delle risorse naturali, la gestione dei rifiuti, e altre pratiche che influenzano l’impatto ambientale.
    2. Sociale (Social): gli indicatori sociali possono includere politiche e dati di occupazione, diritti dei lavoratori, diversità e inclusione, iniziative per la comunità e di responsabilità sociale d’impresa.
    3. Di governance (Governance): gli indicatori di governance possono includere le policy per la trasparenza, l’etica aziendale, la qualità della leadership, la gestione dei rischi e la conformità normativa.

    Gli indicatori servono per misurare la performance di un’azienda in ambito economico, ambientale, sociale e di governance.

    Gli indicatori, per essere credibili, devono essere significativi, fornire dati oggettivi, verificabili, misurabili e anche confrontabili. Per questo la comunità internazionale si sta orientando verso la standardizzazione di indicatori, che possano essere uno strumento utile e già predefinito per tutte le aziende. Ci sono diversi standard in uso al momento, il più accreditato è il GRI, o Global Reporting Initiative, una serie di linee guida e di circa 70 indicatori per il reporting sulla sostenibilità.

    Anche diverse certificazioni forniscono indicatori ESG: la ISO 14031, per esempio, fornisce i KPI – Key performance indicators che consentono alle aziende di valutare, misurare e comunicare le proprie prestazioni ambientali.

    La ISO 14040 e seguenti è invece alla base di un’altra metodologia oggi molto utilizzata: la LCA, o valutazione del ciclo di vita, aiuta a stimare gli impatti ambientali di beni e servizi nel corso dell’intero ciclo di vita del prodotto, dall’estrazione delle materie prime al fine vita.

    Il rating ESG (Environmental, Social, Governance) è una valutazione numerica o una classificazione che misura le prestazioni di un’azienda o un’organizzazione nei settori ambientale, sociale e di governance, secondo gli indicatori ESG. Questi rating sono spesso utilizzati dagli investitori, dalle agenzie di rating, e dalle organizzazioni stesse per valutare e comunicare la sostenibilità e la responsabilità sociale d’impresa.

    Il processo di calcolo del rating ESG può variare tra diverse agenzie e provider di rating, ma in generale coinvolge la raccolta di dati su una serie di indicatori ESG e la successiva assegnazione di punteggi o classificazioni.

    È importante notare che esistono diverse agenzie e provider di rating ESG, e ognuno di essi può utilizzare metodologie leggermente diverse.

    Un elevato rating ESG è oggi un indice di grande etica aziendale, un elemento di competitività aziendale anche in ottica di internazionalizzazione, un fattore di attrazione di nuovi collaboratori.

    Oggi, la realizzazione degli obiettivi finanziari non basta più per considerare un’azienda competitiva e con una prospettiva di crescita: le aziende sono considerate forti e promettenti se operano nel rispetto dell’ambiente, delle persone, dei principi di sviluppo sostenibile.

    E’ una questione di primaria importanza per tutto il mondo finanziario e per le stesse banche che operano anche sconti e condizioni di favore alle aziende più pronte in ambito sostenibilità.

    E’ altrettanto importante nell’ambito delle filiere, si parla infatti di filiere sostenibili: la responsabilità sui temi ESG di un’azienda non si ferma ai cancelli dell’azienda stessa, ma deve riguardare anche i propri fornitori.

    I questionari sono un uno strumento di audit: attraverso una sedie di domande specifiche riguardanti le tre dimensioni ESG il richiedente (banca o fornitore) si accerta e ottiene una comunicazione, una fotografia, sul livello di sostenibilità dell’azienda sottoposta al questionario.

    Se la tua azienda ha ricevuto questo tipo di richieste significa che, chi te lo ha richiesto, è già entrato nel meccanismo di rating ESG o di reporting di sostenibilità.

    Non bisogna sottovalutare l’importanza dei questionari.

    Il processo di calcolo del rating ESG può variare tra diverse agenzie e provider di rating, ma in generale coinvolge la raccolta di dati su una serie di indicatori ESG e la successiva assegnazione di punteggi o classificazioni.

    È importante notare che esistono diverse agenzie e provider di rating ESG, e ognuno di essi può utilizzare metodologie leggermente diverse.

    Un elevato rating ESG è oggi un indice di grande etica aziendale, un elemento di competitività aziendale anche in ottica di internazionalizzazione, un fattore di attrazione di nuovi collaboratori.

    Il questionario ESG consiste in una serie di domande generalmente suddivise in una parte anagrafica seguita dalle domande specifiche sulle tre dimensioni ESG. Non vi è uno standard unico, ogni realtà che intende sottoporre al proprio cliente o fornitore un questionario lo struttura in base alle proprie esigenze.

    Non sempre i dati che servono per rispondere alle domande sono immediatamente disponibili per l’azienda, soprattutto se non si è già impostato un percorso di sostenibilità. E non sempre le domande richieste sono facili da intendere. E’ consigliabile approfondire meglio l’argomento con esperti del settore e farsi guidare nel primo approccio ai questionari per evitare errori banali.

    L’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità è stato introdotto con la direttiva NFRD e la direttiva CSRD che giocano un ruolo chiave in questo contesto.

    La Non-Financial Reporting Directive (NFRD), adottata a livello europeo nel 2014 e recepita in Italia con il D.Lgs. n. 254/2016 due anni dopo, ha introdotto l’obbligo per circa 11.000 imprese europee di elaborare un report sulla sostenibilità.

    Successivamente, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha delineato il quadro attuale per il bilancio di sostenibilità obbligatorio.

    Al momento, sono obbligate alla rendicontazione di sostenibilità solo le società quotate e gli enti pubblici. Questo obbligo sarà progressivamente esteso ad una quota più ampia di aziende europee e italiane, circa 50mila società saranno obbligate. A livello nazionale, dal 1° gennaio 2026 l’obbligatorietà scatterà per le imprese con:

    • oltre 50 milioni di euro di fatturato;
    • più di 250 dipendenti;
    • bilancio annuo di almeno 43 milioni.

    Sono molte però le aziende che scelgono volontariamente di redigere il report di sostenibilità pur non essendo tenute per legge. La ragione è semplice: produrre questo documento permette di presentare a partner e stakeholder una rendicontazione puntuale del proprio impegno in ambito sociale e ambientale.

    Spesso chiamato bilancio di sostenibilità, questo documento è redatto dall’azienda per comunicare a tutti i suoi stakeholder non le performance finanziarie (quelle che vanno nel bilancio economico), ma le proprie attività a favore della sostenibilità e i risultati raggiunti in questa direzione.

    Le informazioni contenute in un bilancio di sostenibilità riguardano diversi aspetti, riconducibili a tre aree:

    – ambiente: le pratiche aziendali in relazione alle risorse naturali, alle emissioni di gas serra, al consumo di energia, alla gestione dei rifiuti e ad altri aspetti ambientali;

    – sociale: l’impatto dell’azienda sulle persone, inclusi dipendenti, comunità locali, clienti e altre parti interessate. Questo può includere questioni come la diversità e l’inclusione, la parità di genere, la sicurezza sul lavoro, la responsabilità sociale d’impresa e l’impegno nella comunità;

    – governance: la struttura di gestione, le pratiche etiche, la trasparenza e la responsabilità nei confronti degli azionisti e degli altri stakeholder.

    La redazione di un bilancio di sostenibilità è spesso guidata da linee guida e standard internazionali, come il Global Reporting Initiative (GRI) o l’International Integrated Reporting Council (IIRC). Questi strumenti forniscono un quadro per la raccolta, la presentazione e la verifica delle informazioni legate alla sostenibilità.

    L’obiettivo principale di un bilancio di sostenibilità è quello di comunicare in modo trasparente e accurato gli impatti sociali e ambientali di un’organizzazione, consentendo a investitori, consumatori e altre parti interessate di valutare la performance aziendale in termini di sostenibilità e responsabilità sociale.

    Chi Siamo

    Siamo una Società Benefit, una forma d’impresa che persegue un doppio scopo, la crescita economica e le finalità di beneficio comune.

    Le imprese sono per noi motore di cambiamento per una società equa e inclusiva a favore nostro e delle future generazioni.

    Le aiutiamo ad affrontare la complessità con soluzioni semplici per una crescita equilibrata e duratura nel tempo, grazie a un team interdisciplinare che valorizza il buono che c’è e guida lo sviluppo e la crescita sostenibili.

    info@thegoodintownlab.it

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